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domenica 20 maggio 2018

Animali domestici, la pet economy supera i due miliardi




Nutrire un esercito costa. Esattamente 2 miliardi e 51 milioni di euro, se la gavetta è una ciotola e i soldati sono cani e gatti. Tanto vale il mercato del pet food fotografato dal Rapporto Assalco-Zoomark 2018, compendio annuale sul mondo dei pets diffuso dall’Associazione nazionale tra le imprese per l’alimentazione e la cura degli animali da compagnia e da Zoomark International (salone annuale dei prodotti e delle attrezzature per pets a Bologna). Sono 60 milioni gli animali che abitano le nostre case, di cui metà vive sotto la superficie dell’acqua (30 milioni di pesci), un quarto vola (o volerebbe: 13 milioni di uccelli) e l’altro quarto si divide ancora a metà tra gatti (7,5 milioni) e cani (7). Un mercato che ci vede al primo posto tra i Paesi europei per numero di pets in rapporto alla popolazione: in totale sono 50,3 pets ogni 100 abitanti, davanti a Francia (46,5), Polonia (41), Spagna (40,2), Germania (39,8) e Regno Unito (30,3).


Il cibo industriale, segmento principale della categoria, ha messo in moto un giro d’affari di 2.051 milioni di euro nel 2017, con un tasso di crescita del +3.8% e superiore a quello del largo consumo confezionato (+2,3% nel 2017). In crescita del +2,4% anche i volumi, con 573.940 tonnellate commercializzate: gli alimenti per gatti da soli valgono più di un miliardo mentre quelli per cani pesano 969 milioni. Tutti i principali segmenti (umido, secco, snack & treat) hanno registrato una crescita a valore. In evidenza gli snack funzionali e fuoripasto (per l’igiene orale o i “premietti”) in crescita del +7% a valore. Si conferma il trend in salita degli ultimi anni, con un mercato 2014-17 che si è sviluppato con un tasso di crescita annuo composto pari a +3,6% a valore e +1,6% a volume. Malino gli alimenti per altri animali da compagnia, che nella grande distribuzione valgono 15 milioni di euro (-6,1%) confermando il trend di flessione già registrato lo scorso anno. Per quanto riguarda il mercato degli accessori (prodotti per l’igiene, giochi, guinzagli, cucce, ciotole, gabbie, voliere, acquari, tartarughiere e utensileria varia) nel 2017 le vendite sono stabili in termini di volumi nei supermarket con una leggera flessione del fatturato del -2%, per un totale di circa 72 milioni di euro. Il segmento dei prodotti per l’igiene (shampoo, spazzole, deodoranti) è in crescita anche quest’anno, +15% a valore rispetto al 2016. STILE A 4 ZAMPE 22 ottobre 2017 Moda &design, collezioni griffate anche per cani e gatti Per quanto riguarda i canali di vendita il “grocery” la fa da padrone e canalizza il 55,9% del fatturato complessivo del mercato pet food per cani e gatti (1,14 miliardi) e il 74,4% dei volumi mentre le “catene petshop” (261 milioni di euro) hanno continuato a crescere a due cifre con dinamiche del +17,8% a valore e +17,1% a volume. I “petshop” tradizionali (circa 5mila punti vendita) rappresentano il principale canale del trade–non grocery in cui sono distribuiti i prodotti per animali da compagnia in Italia. Coprono solo il 17,3% dei volumi ma generano il 31,3% a valore (642 milioni di euro). Per il terzo anno consecutivo il canale continua a mostrare una crescita del fatturato (+2,1%); in ripresa i volumi che mostrano un incremento di +0,5 per cento. INDUSTRIA 17 maggio 2018 «Fondazione e statuto pronti: così regalo l’azienda a cani e gatti» Gianmarco Ferrari, presidente di Assalco, è ovviamente soddisfatto: «In termini complessivi, il mercato del pet care conferma i trend positivi registrati negli ultimi anni. Un andamento che va di pari passo con la sempre maggiore cura e attenzione che gli italiani riservano ai propri pets. In particolare, gli acquirenti riconoscono nel pet food industriale la soluzione più pratica e conveniente per nutrire i propri amici animali in modo equilibrato, bilanciato e completo, come raccomandano i veterinari. I prodotti sono sicuri, formulati da nutrizionisti esperti e differenziati in base a età, razza e stile di vita e contribuiscono al benessere degli animali d’affezione».

martedì 10 aprile 2018

Oasi felina, 400 adozioni in un anno grazie al lavoro dei volontari



ROVIGO – L’associazione Una, “Uomo natura e animali”, da decenni ormai è in prima fila a Rovigo per tutelare la cura degli animali randagi, aiutarli dal punto di vista sanitario, e sensibilizzare la società per la loro adozione. L’associazione vive di offerte e donazioni di privati e non riceve finanziamenti da enti pubblici. L’Una Rovigo è infatti composta unicamente da volontari animati da sincera passione e voglia di fare che dedicano il loro tempo libero a varie attività: la sterilizzazione delle colonie feline; la gestione dell’Oasi felina di via de Polzer; l’organizzazione di banchetti per raccogliere cibo e offerte o per l’adozione, l’alimentazione e cura di molte colonie feline della città. Un’intensa attività, che però, da qualche anno si è trovata in seria difficoltà per quanto riguarda le entrate: per quanto i volontari non percepiscano uno stipendio, le spese mediche dei tanti gatti seguiti continuano ad aumentare. Per anni, l’Una ha cercato di trovare un accordo con il Comune di Rovigo per la gestione dell’Oasi felina (il terreno è di proprietà comunale), per una sovvenzione che pagasse almeno le spese di gestione della struttura, che prevedeva anche un recinto, posti letto e un piccolo riscaldamento per gli animali nei mesi invernali, oltre che le spese mediche per curare gli ospiti a quattro zampe. Ancora due anni fa, infatti, si era svolta una piccola protesta sotto palazzo Nodari da parte dei volontari. Un accordo che, però, non è mai arrivato, lasciando i volontari soli a sostenere le spese. “In accordo con il Comune di Rovigo e con il settore veterinario dell’Ulss – ha comunicato l’associazione ormai mesi fa – L’oasi è stata trasformata in colonia felina e pertanto non sarà più in grado di accogliere nuovi gatti o gattini”. L’attività dell’associazione, quindi, è continuata, ma per la cura dei nuovi gattini i volontari hanno preferito, anche per comodità, ospitarli nelle proprie abitazioni e non nell’oasi felina di via De Polzer. “Viviamo di sovvenzioni private, ma la nostra attività non si è fermata – spiega Silvia Quaglio, volontaria dell’associazione -. Solo l’anno scorso abbiamo dato in adozione 400 gattini piccoli e 30 adulti, un ottimo risultato. Continuiamo a svezzare i piccoli randagi e cerchiamo sempre di trovare loro una famiglia. Per quanto riguarda l’Oasi di via De Polzer, ovviamente, in 10 volontari era una struttura difficile da gestire e abbiamo preferito gestire i nuovi arrivi in casa, per non sovraccaricare quello spazio”. Mai come in questo periodo, quindi, è indispensabile che i privati agiscano per sostenere l’associazione. I volontari non smettono di sperare nella solidarietà: “Se volete sostenere il nostro volontariato continuo sul territorio per curare, salvare e far adottare gli animali contiamo sul 5 per mille – scrivono i volontari -. Basta destinarlo all’associazione di volontariato Una di Rovigo, CF 93014050293”. L’associazione si sobbarca anche le spese per trasportare i gattini da adottare al centro commerciale La Fattoria il sabato e la domenica e per intervenire in caso di emergenza e ritrovamenti di animali abbandonati. E per quanto le risorse siano risicate, non si smette a sperare nella solidarietà: “Ringrazio le tante famiglie che sceglieranno di dedicarci il loro 5 per mille e chi ogni fine settimana si ferma al nostro banchetto per fare una donazione. Viviamo grazie a loro”.

mercoledì 10 gennaio 2018

SPITZ TEDESCO GIGANTE

Spitz Tedesco Gigante

 Paese d’origine: Germania

 Classificazione

F.C.I.: Gruppo 5 – cani di tipo spitz e tipo primitivo Cenni storici ed origini della razza: i “Deutscher Spitz”sono cani molto antichi. Sono i diretti discendenti del “Canis familiaris palustris rutimeyer”, il quale viveva nelle torbiere all’Età della pietra e dagli Spitz che esistevano già all’epoca delle palafitte. I nomi tedeschi delle diverse varietà sono: Wolfspitz (gigante), Grossspist (grande), Mittelspitz (medio), Kleinspitz (piccolo) e Zwergspitz (nano).

 Aspetto generale della razza: tutti gli spitz tedeschi sono caratterizzati dal pelo liscio e soffice; ricco di sottopelo. Hanno un fitto collare intorno alla testa e un folto pennacchio sulla coda.

Il pelo necessita di attenzioni e di cure, in particolare per i soggetti da show.

 Carattere e cure: sono cani molto affettuosi e molto amorevoli con il proprio padrone. Cani allegri e gioviali, ma piuttosto riservati con gli estranei.
Si tratta soprattutto di cani da compagnia, e, le varietà di taglia più grande, hanno una spiccata attitudine alla guardia.
Essendo molto intelligenti, sono facilmente addestrabili. Sono degli ottimi compagni per i bambini. Sono cani che tendono ad ingrassare con una facilità estrema, perciò, la persona che ne ha cura, deve sempre stare attento all’alimentazione.
Sono cani robustissimi.

Gli Spitz di taglia più piccola sono “cani da appartamento”, ma quelli di taglia più grande possono benissimo vivere anche in giardino. Standard: Altezza: minimo 40 cm. Tronco: il tronco è piuttosto compatto, ma ben proporzionato. Da notare le ottime muscolari. Testa e muso: la testa ricorda quella della volpe. Fronte larga e rotonda. Il muso non è molto lungo e partendo dal cranio si assottiglia verso la punta del naso. Tartufo: il tartufo deve sempre essere di colore nero. Denti: la dentatura deve essere sempre completa e corretta. Collo: collo eretto e ben inserito. Orecchie: erette e triangolari. Occhi: a mandorla. Arti: sono di media lunghezza, in giusta proporzione con il tronco, che sta nel quadrato, e in perfetto appiombo. Muscolatura: di buono sviluppo. Coda: portata graziosamente arrotolata sul dorso (una delle caratteristiche fondamentali della razza). Pelo: liscio e soffice, ricco di sottopelo; fitto collare intorno alla testa e folto pennacchio sulla coda. Colori ammessi: bianco, marrone o nero. Ogni varietà è suddivisa in sottovarietà di colore. Difetti più ricorrenti: cane alto sugli arti, movimento scorretto, retrotreno difettoso, difetti di dentatura, monorchidismo, criptorchidismo, testa non simile a quella della volpe, orecchie portate male, tartufo depigmentato, unghie chiare, occhio chiaro, angolazioni eccessive o poco visibili, carattere timido, obesità. A cura di Federico Vinattieri

sabato 2 dicembre 2017

Animali, i cani sono più intelligenti dei gatti. Lo dicono i neuroni

Animali, i cani sono più intelligenti dei gatti. Lo dicono i neuroni

 Animali, i cani sono più intelligenti dei gatti L'eterna 'lotta' fra cani e gatti e fra i loro proprietari, convinti che i loro beniamini siano più intelligenti rispetto agli altri, potrebbe avere un vincitore: il miglior amico dell'uomo, che secondo uno studio della Vanderbilt University in Tennessee (Usa) sarebbe più 'smart' della controparte felina, si legge sulla rivista 'Frontiers in Neuroanatomy'. Gli esperti sono giunti a questa conclusione non solo studiando le misure del cervello delle due specie, ma esaminando la quantità di neuroni a livello della corteccia cerebrale, le 'piccole cellule grigie' responsabili del pensiero, della pianificazione e del comportamento complesso. Animali, i cani hanno il doppio dei neuroni dei gatti E i risultati stupiscono: sembra infatti che i gatti abbiano meno della metà dei neuroni rispetto ai cani, in particolare di una razza 'modello' per intelligenza come i Golden Retriever: 250 milioni contro ben 530 milioni. Giusto per un confronto, si pensi che l'uomo ne ha circa 16 miliardi. "Sono convinta che il numero assoluto di neuroni negli animali, specialmente nella corteccia, determini la ricchezza del loro stato mentale e la loro abilità nel predire avvenimenti semplici sulla base dell'esperienza pregressa", dice Suzana Herculano-Houzel, a capo dell'indagine. "Io sono di parte perché preferisco i cani - aggiunge - ma questi dati scientifici indicano che sono capaci di azioni ben più complesse e flessibili rispetto ai gatti".

venerdì 6 ottobre 2017

Maltrattamenti di animali, pene più gravi nel Regno Unito: si rischiano cinque anni di prigione





Nel Regno Unito chi maltratta gli animali rischia fino ai cinque anni di carcere. È quanto previsto dalla nuova legislazione che, rispetto al passato, aggrava la pena per questo reato. Prima si poteva essere condannati al massimo fino ai sei mesi di reclusione. Pene più gravi anche per chi organizza combattimenti fra animali. La novità è una conseguenza diretta di alcuni fatti di cronaca, quando nei tribunali si era sottolineato come la pena prevista per gli abusi sugli animali fosse troppo leggera. Sei mesi di carcere erano sembrati troppo pochi, per esempio, per un uomo accusato di aver comprato alcuni cuccioli con l’unico scopo di maltrattarli, soffocarli e ucciderli a coltellate. Michael Gove, segretario di Stato con delega all’ambiente, spiega che il provvedimento era indispensabile per combattere questo tipo di crudeltà. «Siamo una nazione di amanti degli animali – ha detto Gove – per questo dovevamo essere certi che ci fosse una legge che desse ai tribunali gli strumenti per punire in maniera più incisiva questi reati». Soddisfatta anche la Rspca, organizzazione animalista attiva in Inghilterra da quasi due secoli, proprio per proteggere gli animali. «Ora sappiamo che ci saranno sentenze che riflettono la serietà di questo crimine», commenta David Bowles, membro della Rspca. La legge inglese segue ora l’esempio di quanto già previsto in Irlanda del Nord e in Australia, dove la pena massima per maltrattamenti degli animali era già di cinque anni. In Italia invece il reato, previsto dall’articolo 544 ter del Codice penale, è punito con la reclusione dai tre ai 18 mesi.

giovedì 31 agosto 2017

India: il mistero dei cani blu

bluedog Hanno fatto scalpore e sono rimbalzate su tutti i social network le foto scattate qualche giorno fa dai residenti di Taloja, quartiere industriale di Mumbai (India), ad alcuni cani randagi con il pelo di un innaturale colore blu. «Abbiamo scoperto cinque cani colorati così», ha dichiarato Arati Chauhan, rappresentante di un'associazione per la difesa degli animali. La preoccupazione, e la paura di un qualche tipo di contaminazione pericolosa, hanno fatto subito scattare l'allarme e i controlli da parte delle autorità, che adesso affermano di avere risolto "il mistero dei cani blu di Mumbai".

inquinamento, india




INQUINAMENTO INDUSTRIALE. Lo si sospettava, ma c'è voluta più di una settimana per averne la conferma: la colorazione della pelliccia dei cani randagi è dovuta all'inquinamento industriale della zona. Al termine delle indagini le autorità hanno posto sotto sequestro una fabbrica, accusata di sversamento illegale di rifiuti chimici nel fiume Kasadi. Nelle acque del fiume è stato riscontrato un mix di sostanze inquinanti e alti livelli di cloruro (un sale di acido cloridrico). I randagi sono noti per essere abituali "bagnanti" del Kasadi ed è in acqua che hanno acquisito la nuova tinta.

 PULITI!

Dopo aver catturato i cani blu e averli sottoposti a tutti gli esami del caso, l'agenzia per la protezione degli animali ha dichiarato che la sostanza colorante è "solubile in acqua", ed è infatti bastato un bagno per riportare i cani al loro colore naturale. Si teme però che la tintura non abbia avuto effetto solo su quei pochi cani né solamente sui cani.

sabato 24 giugno 2017

Animali a rischio per il caldo, ecco tutto quello che occorre sapere

Animali a rischio per il caldo, ecco tutto quello che occorre sapere
Liguria - In questi giorni l'Italia boccheggia sotto una cappa d'afa ed a soffrirne sono anche gli animali, che spesso collassano. Ecco allora alcuni consigli dell’Enpa per assicurare un’estate piacevole e serena anche a loro:

Temperature - "Cani e gatti non “sudano” come noi; per abbassare la loro temperatura corporea (già normalmente intorno ai 38,5°), aumentano i ritmi respiratori. Pertanto gli si deve sempre garantire un luogo ombreggiato e ventilato, acqua fresca, cibo leggero e facile da digerire. Non abbandonare mai un animale dentro l'auto: in questo periodo la temperatura interna dell'abitacolo sale rapidamente, anche con i finestrini aperti, e può raggiungere fino a 70°. Lasciarli nell’abitacolo dunque è una disattenzione che può condannarli a morte. Se si dovesse notare un animale chiuso all’interno di un’automobile prestare attenzione ai sintomi di un colpo di calore (problemi di respirazione, spossatezza generalizzata). In questi casi un intervento immediato può salvargli la vita: se non si riuscisse a rintracciare il proprietario dell’autovettura, chiamare subito le forze dell’ordine. Fino al loro arrivo, è necessario cercare di creare ombra sistemando ad esempio alcuni giornali sul parabrezza e, nel caso in cui i finestrini non dovessero essere completamente chiusi, versare dell’acqua all’interno per bagnare l’animale o farlo bere. In casi estremi è accaduto che cittadini abbiano rotto il finestrino dell’automobile per soccorrere il quattrozampe ed evitargli una morte certa".

Tranquillità - "In caso di ipertermia (la pelle scotta, l’animale barcolla o ha difficoltà a respirare) è necessario abbassargli la temperatura bagnandoli con acqua fresca e applicando nell’interno coscia i siberini (i contenitori quadrati che contengono acqua ghiacciata e che vengono usati per tenere bassa la temperature dei frigoriferi portatili) coperti con una busta o con del tessuto per evitare di ferire la pelle dei quattrozampe. Non costringere i cani a sforzi eccessivi. Sono assolutamente da evitare le passeggiate nelle ore più calde della giornata: oltre al colpo di calore, l’animale può scottarsi le zampe sull’asfalto arroventato. E' consigliabile portare con sé una bottiglietta di acqua e una ciotola. Da evitare anche le gare o le attività sportive.
Anche i pet sono soggetti alle scottature solari. E’ possibile proteggerli applicando una crema solare ad alta protezione alle estremità bianche e sulle punte delle orecchie prima di farli uscire.

Acqua nelle vasche - Per i pesci l’Enpa ricorda che obbligare questi animali a vivere in un acquario significa infliggere loro inutili sofferenze. Tuttavia, chi dovesse possedere un acquario non dovrebbe esporlo al sole diretto. E’ inoltre importante cambiare l'acqua regolarmente avendo cura di togliere le alghe che si formano. Chi avesse un laghetto in giardino deve riempirlo regolarmente per raffreddarlo e compensare l'acqua che evapora e sostituire così l'ossigeno perso. Lo stesso vale per canarini e criceti che non dovrebbero essere costretti alla cattività e che, comunque, non dovrebbero mai essere lasciati sul balcone al sole diretto; le gabbiette vanno posizionate in un luogo fresco, arieggiato e ombreggiato.

Insetti - Attenzione ai parassiti. Meglio applicare preventivamente un antiparassitario adatto alla specie e alla taglia: alcuni prodotti per cani possono essere letali per i gatti. Per i cani è fondamentale prevenire le punture dei flebotomi (sono simili alle zanzare) che possono trasmettere la leishmaniosi. In commercio sono disponibili anche preparati a base di olio di Neem, potente disinfettante e antiparassitario, che non presenta alcuna controindicazione anche per i soggetti più sensibili. Allarme parassiti anche per i conigli e le cavie. In questo caso è necessario ispezionare attentamente ogni giorno l’animale per verificare l'eventuale presenza di uova di mosche sul pelo (infestano anche i cani), tenere pulito il luogo in cui vivono e cambiare almeno due giorni alla settimana la lettiera o il fondo. Per i selvatici lasciare a disposizione una ciotolina d acqua, non profonda, ricordando di cambiarla almeno una volta al giorno, meglio se a terra; in questo periodo la fauna selvatica ha a disposizione molto cibo mentre l'acqua potrebbe rappresentare un problema. Chi ha balconi e terrazzi può creare piccole zone d ombra con le piante. In caso di dubbi è consigliabile consultare il proprio veterinario di fiducia.